Scrivo la mattina presto dalle 6 alle 8, quando c’è ancora silenzio. Ma in realtà scrivo sempre: penso a cosa scrivere quando guido, mentre cammino, al cinema, guardando e ascoltando cosa ho intorno, in piena luce o nel buio della notte.
Per dirla con il geniaccio di Longanesi: la quiete mi annoia, l’inquietudine mi irrita. Cerco una via di mezzo, ma la cerco dove sono sicuro di non trovarla.
A pochi mesi dalla scomparsa, un ritratto di Marco Pannella scritto da chi lo conosceva bene, lo ha seguito come uomo politico, lo ha amato come persona eccezionale, nel bene e nel male, in un percorso fatto di profonde passioni e altrettanto grandi conflitti.
“Mi chiedono se la storia che ho scritto racconti una realtà o sia frutto di fantasie. Potrei cavarmela dicendo che è tutto vero, oppure tutto falso. Ma il guaio, il vero guaio, è che è tutto perfettamente verosimile” (Giovanni Negri).
Me lo sono letto e goduto pagina per pagina.
Ne esce davvero un'House of cards sufficientemente italiana da essere in fondo una casa assai diversa da quella americana.
Romano Prodi
Leggere Il Gioco delle Caste, oltre a divertire il lettore, lo aiuta a capire perché sia così difficile, in Italia come altrove, scrivere racconti di qualità sulla politica.
L'impresa richiede due doti che Giovanni Negri possiede: talento letterario e capacità di mettere a frutto la lunga osservazione di un mondo abituato a nascondere i propri segreti.
Angelo Panebianco
Giovanni Negri condensa nel suo ultimo romanzo il meglio delle sue tre vite: l'esperienza del politico, il distacco del viticultore, l'ironia del romanziere. Il risultato è un romanzo grandioso.
Giancarlo Loquenzi
Leggere per credere. Fantasie malate dell'autore? L'unico commento che posso fare è che anche quelle sono talvolta in grado di produrre racconti avvincenti. Questa è una di quelle poche, ma buone, volte.
Gianfranco Pasquino
Lusinghe e trappole, trucchi e intrighi della politica italiana. Romanzati da chi li conosce tutti.
Tobias Piller
Una verità sepolta nel cuore più profondo della terra.
“Fondo torbido, colore rosso sangue, bouquet imprevedibile, retrogusto sottilmente ironico. Questo è un ottimo giallo d’annata” (Carlo Lucarelli).
La prima avventura del Commissario Cosulich.
Un labirinto di abbazie medievali, cantine scintillanti, segreti antichi fatti di vino e di religione. Risolto un mistero se ne apre subito un altro, fra il passato più buio e il futuro più inquietante. Fino a che una verità splendente e imprevista non lascia a bocca aperta il più smaliziato dei lettori.
La sorprendente scoperta che cambia il mondo del vino. “E’ stato affascinante come riportare alla luce Pompei” (Attilio Scienza).
La storia che gli italiani non sanno e che i francesi non vogliono sapere.
Ci sono libri che insegnano ad abbinare un vino a un piatto, ma questo vuole abbinare il vino alla vita. Tutta intera. “Un viaggio fantastico, ma reale. Se dovessi consigliare un solo libro di autore vivente sul vino,indicherei questo”(Gianni Mura, La Repubblica).
Negri scrive con la padronanza di chi rilancia la prosa italiana contemporanea privandola degli orrori gergali e giovanilistici obbligatori dagli anni ’80…Il Commissario Cosulich è destinato a crescere nel gradimento dei lettori e a favorire, decisamente, un global warming della narrativa contemporanea peninsulare, una nuova stagione di luce, calore e stile Enzo Verrengia – L’Unità
Regalando a Cosulich un fascino tutto mitteleuropeo,Giovanni Negri costruisce un romanzo accattivante e pieno di storie, suggestioni, citazioni, profumi, sapori. Dove la verità nasconde sempre un doppio fondo e perfino le stelle giocano a ingannare i poveri ingenui” Alessandro Mezzena Lona – Il Piccolo
Tra le zolle e il computer,accudendo acini d’elite e immaginando un commissario d’impronta istriana con ai piedi le lussuose scarpe Sklapas, Giovanni Negri procede passo dopo passo, enigma dopo enigma Bruno Quaranta – La Stampa
Nel romanzo di Negri sono ritmo della narrazione e atmosfera a prevalere:l’una mutuata dalla tradizione del giallo psicologico classico,alla Agatha Christie, l’altra da maestri come Fruttero & Lucentini. Sabina Minardi – L’Espresso
Ti ringrazio per il libro che mi sono goduto nella pausa delle recenti festività. Ho avuto così modo di arricchirmi di nozioni che non possedevo sulla storia del vino. Non ho neppure trascurato dettagli apparentemente insignificanti: in stagione e quando ne avrò occasione vorrei andare a curiosare al mercato delle puntarelle, in piazza San Cosimato… Angelo Gaja, lettera a Giovanni Negri